A Caccia di Piante

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Chi di noi da bambino non ha imbastito un timido erbario per ammazzare il tempo, quando, trascinato da provetti genitori alpinisti riuniti in allegra brigata a scalare i monti di rifugio in rifugio, raccoglieva gli esemplari delle piantine incontrate sul cammino?

Oppure quanti pomeriggi trascorsi nelle case di campagna per  allegre scampagnate domenicali a cercare le erbe con gli altri bambini? Oppure ancora a visitare coi genitori i

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Villa Taranto

giardini botanici sparsi sul nostro territorio? Come dimenticare a tal proposito le visite ai giardini di Villa Taranto sul Lago Maggiore, uno dei giardini botanici più importanti al mondo, ricco di migliaia di specie botaniche  distribuite su un’area di più di 16 ettari. La creazione di questo magnifico luogo fu opera del capitano scozzese Neil Mac Eacharn, che acquistò la villa nel 1931 con la precisa ambizione di creare un giardino delle meraviglie sulle pendici del tanto amato Lago Maggiore.

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Villa Taranto

E come non ricordare, da biellese quale sono, l’appuntamento di fine maggio alla Burcina, nell’epoca di fioritura dei rododendri, quando il parco si tinge ogni anno di colori di indescrivibile bellezza. Il Parco, nato verso la metà dell’800 ad opera di Giovanni Piacenza, industriale laniero di Pollone, è oggi di proprietà comunale.

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Parco della Burcina

Anche se la botanica può apparire un tranquillo passatempo quasi al pari della filatelia, in verità ha rappresentato un campo di approfondimento esplorativo per quei raccoglitori botanici che si sono cimentati dalla metà del XVII secolo fino alla metà del XIX.  E’ a loro che dobbiamo la presenza di tutte quelle piante ormai così familiari in Europa ma provenienti dalle zone più remote della Terra. Basti pensare a orchidee e azalee, o al 5.jpgchinino e alla possibilità di essere prodotto in quantità tali da combattere il flagello della malaria. Mary e John Gribbin, ricercatori all’Università del Sussex, ritraggono undici esploratori in Cacciatori di piante, lettura consigliata per concedersi giornate estive scandite da ritmi più lenti, in compagnia di qualche seduzione botanica.
I Gribbin ci parlano di uomini come Robert Fortune (1812-80) capace, grazie alle sue doti di trasformista, di passare per cinese in Cina e avere libero accesso alle regioni più interne, così da sottrarre 25.000 piante di tè che gli inglesi ripiantarono in India spezzando il monopolio cinese; uomini ricchi come Joseph Hooker (1817-1911), amico personale di Darwin, e meno ricchi come Thomas Lobb (1817-1894), eredi spirituali di un uomo più illustre e assai più bizzarro di loro: Linneo (Carl Nilsson Linnaeus, 1707-78), naturalista

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Kew Gardens

svedese padre della nomenclatura doppia che usiamo ancor oggi per ordinare animali e piante secondo il genere di appartenenza (come Homo) e un attributo per la specie (come Sapiens). E tra gli undici anche una donna, Marianne North (1830 -1890), che cominciò a girare per il mondo dopo i quarant’anni e dipinse con accuratezza scientifica piante di tutti i continenti. L’intera sua opera – si tratta di centinaia di dipinti – è conservata oggi nella galleria recentemente restaurata dei Kew Gardens, a pochi chilometri dal centro di Londra, altra visita assolutamente da non sottovalutare!

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Opere di Marianne North

La North sembra quasi anticipare quello che sarà il lavoro di Georgia O’Keeffe (1887-1986), la pittrice americana pioniera del modernismo nel suo paese, che tra le sue più note dichiarazioni soleva dire:
Most people in the city rush around so, they have no time to look at a flower. I want them to see it whether they want to or not.

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Opere di Georgia O’Keeffe

Grande amante e cultrice dei  fiori, dopo la collezione di collages denominata Florilegio,  ho voluto di recente catturare i fiori anche dentro una serie di piatti, che sono tra le mie ultime creazioni, per portarli sulle nostre tavole a dialogare dentro la nostra quotidianità.

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Florilegio, Marisa Coppiano, 2013
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Piatti, Marisa Coppiano

Marisa Coppiano