Negli ultimi anni si è sviluppata una necessità nell’uomo, quella di riavvicinarsi alla natura e di ricostruire un rapporto con essa, anche all’interno della città!
È come se provassimo un po’ di nostalgia nei suoi confronti e cercassimo di portarla dentro i confini della città, come se sentissimo di aver perso un nido naturale, che ci ospiti e ci accudisca.
Questo bisogno è stato subito interpretato dal mondo dell’arte e dell’architettura e numerosi sono gli esempi di riavvicinamento alla Grande Madre.
Primo fra tutti il Bosco Verticale, progettato da Gianandrea Barreca con lo Studio Boeri: le due torri che dominano la città di Milano e che della città sono diventate anche un simbolo ha vinto il premio di Migliore Architettura del Mondo del 2015.
Non si tratta solo di un’architettura che all’esterno vuole “copiare” il mondo naturale, rivestendosi di verde.
È anche un edificio che rispetta l’ambiente!
Le piante posizionate come copertura migliorano la qualità dell’aria, riducono l’inquinamento acustico e proteggono dall’azione degli agenti atmosferici.
Simile aspetto e obbiettivo ha l’edificio denominato 25 Verde, progettato a Torino dall’architetto Luciano Pia.
L’edificio, che rimanda ad una foresta, è circondato da 150 alberi, con la funzione di proteggere i residenti da smog e rumore.
Anche nel mondo dell’arte si è lavorato spesso sul rapporto fra natura e uomo, sottolineando come quest’ultimo dipenda strettamente dalla natura, anche se i progressi della tecnologia lo spingono a credere il contrario.
Molto interessanti sono i risultati, riguardanti questa tematica, ottenuti dal movimento “Art in Nature”, nato negli anni ‘70, con la volontà di creare opere d’arte con materiali naturali, che quindi presentano la dimensione temporale di ciclicità tipica del mondo naturale. Queste opere d’arte nascono, si sviluppano e poi lentamente muoiono. E il ciclo poi si ripete.
Opere di “Art in Nature” sono state realizzate presso Arte Sella, una rassegna di arte contemporanea nata nel 1986, che si svolge all’aperto, nei prati e nei boschi della val di Sella, nel comune di Borgo Valsugana.
È questo meraviglioso contesto che ospita la “Cattedrale Vegetale” di Mauri. Si tratta di una vera e propria cattedrale gotica costruita solo con elementi naturali. Nata come un insieme di arbusti giovani e bassi fino a tramutarsi in una foresta rigogliosa e verde, propongono una riflessione su come l’uomo, sebbene immerso nel mondo tecnologico, non debba voltare le spalle alla natura, ma invece cercare un dialogo che rappresenti la sintesi dell’incontro.
Altro artista che ha indagato il tema del rapporto con la natura e della ricerca di un nido naturale, sempre nel contesto di Arte Sella è Patrick Dougherty.
Con la sua installazione “Tana Libera Tutti – Home Free”, ha costruito una serie di strutture abitabili con rami intrecciati. Il loro aspetto ricorda dei nidi in formato gigante, perfetti per ospitare un uomo.
E l’aspetto più significativo di quest’opera sta nel fatto che queste strutture non si reggono in piedi da sole, ma si appoggiano ad un albero per esistere. L’artista esplicita così il messaggio centrale della sua opera, ovvero la dipendenza dell’uomo dalla natura. Come un uccello per sopravvivere ha bisogno di costruirsi un nido su un ramo, così l’uomo dovrebbe ricordarsi un po’ più spesso che della natura ha bisogno per sopravvivere.
Inoltre gli uccelli si allontanano dal nido per varie ragioni: cacciare, emigrare in luoghi più caldi…tuttavia fanno sempre ritorno ad un nido, anche se nuovo.
Nello stesso modo l’uomo si è allontanato dal suo nido, cioè dalla natura. E forse si è allontanato un po’ troppo?
Tanto da sentirsi spaesato e utilizzare espedienti come il Bosco Verticale per ritornare ad un nido primigenio che nella natura non riesce più a ritrovare?
Chissà come andrà a finire….e se finissimo tutti per vivere in case di legno costruite sugli alberi, quelle stesse casette dove da piccoli tutti noi sognavamo di giocare!?
Ludovica Matarozzo