Mi sono sempre piaciute le farfalle perché mi trasmettono gioia e libertà Amo pensare che con i loro meravigliosi colori ed il loro silenzioso batter d’ali siano portatrici di grande bellezza.
Appena ne ho l’opportunità, durante la stagione estiva, mi inerpico in una vallata dell’entroterra ligure dove col bel tempo agli “specchi”, una serie di conche del torrente Barbaira, nuvole di farfalle blu volteggiano nell’aria come in una sorta di Eden.
Ma le farfalle, come le lucciole, sono anche un’antenna che monitora la salubrità di un territorio.
Giovedì 11 dicembre 2008, un articolo uscito su La Repubblica di Elena Dusi recitava: “In Europa non le vedremo più. Ma la loro scomparsa non è solo una perdita romantica, è un allarme per l’uomo. E il suo futuro”
L’ultimo volo delle farfalle
Dopo la scomparsa delle lucciole e la morìa delle api, sono ora le farfalle ad allontanarsi dalla nostra vista e disertare il nostro immaginario. Ancora una volta il cambiamento climatico viene chiamato in causa. E per ognuno di questi animali si può dire che il vuoto che lasciano è molto più grande delle loro piccole ali. (…) L’addio delle farfalle …. è l’ennesimo segnale del fatto che l’ambiente in cui abitiamo sta diventando sempre più inospitale. (…) Di questo passo, fra un decennio bisognerà camminare in un prato scandinavo o scozzese per ammirare quello che Herman Hesse chiamava “un simbolo dell’anima” che “vive soltanto per amare e concepire e per questo si è avvolta in un abito meraviglioso”……
Walter Benjamin nel racconto del ricordo d’infanzia di una caccia alle farfalle racconta:
“Quando una vanessa o una sfinge, che avrei facilmente potuto superare, si prendeva gioco di me col suo temporeggiare, ondeggiare e sostare, allora avrei desiderato dissolvermi in luce e aria, solo per avvicinarmi inosservato alla preda e poterla sopraffare. E il mio desiderio si realizzava a tal punto che ogni vibrare e oscillare di quelle ali in cui mi ero smarrito sfiorava o inondava anche me. Cominciava a valere tra noi l’antico canone della caccia: quanto più io stesso con tutte le fibre aderivo all’animale, quanto più nell’intimo divenivo farfalla, tanto più l’insetto nel suo agire assumeva il colore dell’umana determinazione, e infine era come se la sua cattura fosse il prezzo in virtù del quale unicamente potevo riappropriarmi del mio essere uomo”.
In questo racconto, Benjamin descrive un’esperienza dello sguardo: il suo essere catturato dall’inafferrabile, una farfalla, un’immagine, un ricordo.
Vladimir Nabokov nel suo racconto “Farfalle” narra del suo eccitamento per l’avventura entomologica e di quanto anche la sola presenza di un compagno eventuale durante la caccia alle farfalle addirittura “interferiva con l’intenso godimento” della sua passione. Questo perché buona parte del piacere sta proprio nella solitudine – plena solitudo sola plenitudo – e nel senso di indipendenza fuori da ogni controllo.
La stessa pienezza che intendo restituire nel collage – A caccia di farfalle – che ho realizzato per una delle mie LAMPARE, non disgiunta dall’idea dell’ineffabile leggerezza delle farfalle e della loro caducità.

Leggiadre e coloratissime le farfalle si sono posate su abiti, borse, gioielli, scarpe, su capelli ed anche sul viso diventando una tendenza inarrestabile.

E attraverso i lepidotteri si fonde arte e moda in una capsule collection popolata da teschi e farfalle: è la collezione di sciarpe frutto della collaborazione tra Damien Hirst e la

maison Alexander McQueen, una limited edition che fonde il progetto Entomology di Hirst con il teschio simbolo di McQueen, ridisegnato attraverso gli insetti – farfalle, ragni, scarafaggi disposti in caleidoscopiche combinazioni su una tela di seta, cashmere, chiffon.
Ma lo stesso Hirst era già entrato nel mirino degli ambientalisti per l’opera presentata in una retrospettiva sull’artista: in “In and out of Love” i visitatori entravano in due stanze senza finestre, in cui si dibattevano farfalle vive. L’installazione consisteva in due camere senza finestre, in cui si dibattevano farfalle vere che i visitatori potevano ammirare dal vivo. Ma durante le 23 settimane in cui la mostra è rimasta aperta, sono morte migliaia di farfalle, calpestate sotto i piedi dei visitatori o magari ferite nel posarsi qua o là. Il risultato è che gli organizzatori, ogni settimana, rimpinguavano l’ambiente con circa 400 farfalle.
Ma Damien Hirst non è l’unico artista ad essersi cimentato con le farfalle: dal famoso l’acquerello di Salvador Dalì, La Regina delle Farfalle,
alle delocazioni di Claudio Parmiggiani,
fino alle installazioni dell’artista messicano Carlos Amorales , per citarne solo alcuni.
Si chiama invece Butterfly Dress il vestito di alta moda che unisce sartoria e tecnologie all’avanguardia. Presentato al Fuorisalone 2016 a Milano, è frutto della collaborazione tra le stiliste turche Ezra e Tuba Çetin e il colosso dell’informatica Intel. Il tessuto è in parte in silicio per poter permettere lo spettacolo: basta un semplice gesto o un’interazione a meno di 30 centimetri dalla modella e dal vestito si alzano in volo 40 farfalle. È l’esempio di come i wearable (vestiti tecnologici) siano sempre più una realtà nel mondo.
https://www.youtube.com/watch?v=6ELuq3CzJys
E per concludere con l’auspicio di una estate di leggerezza per tutti, l’omaggio che realizzai qualche anno orsono per Alexander Mc Queen, Red Butterfly.
Red Butterfly, Marisa Coppiano
Marisa Coppiano