Il giardino segreto di Alice

postato in: Blog | 0

Qualche settimana fa sono andata a trovare Alice Reina – in arte Biancodichina –  nel suo studio. Mi ha invaso un senso di quiete e di serenità. Sarà per la purezza del bianco che permea molte delle sue ceramiche, sarà per le forme morbide che Alice crea al tornio, sta di fatto che il suo laboratorio mi ha ricordato un giardino innevato.
Ad un occhio superficiale un giardino in inverno potrebbe apparire triste, freddo e inospitale. Invece, sotto quello strato di neve, si nasconde la vita che non cessa mai di essere, ma che anzi si prepara, raccogliendo le energie per le stagioni successive.
Le ceramiche di Alice hanno molte somiglianze con questo giardino invernale. Il candore della ceramica, che alluderebbe ad uno stato di quiete, cela invece l’energia che l’artista ha impresso alla materia nel momento della modellazione, energia che in qualche modo si esplica nelle decorazioni organiche dei suoi lavori.
Quest’idea di nascondere un concetto per rafforzarlo è comune ad altri artisti.
Nylon-Wrapped BridgeEsempio famoso e discusso è sicuramente Christo, che ha iniziato la sua carriera artistica impacchettando piccoli oggetti appartenenti alla vita quotidiana, dopodiché ha applicato lo stesso approccio alla scala urbana. Con materiale riciclabile, ha impacchettato e reso inagibili alcuni degli emblemi architettonici e artistici del mondo intero. Ovviamente la sua operazione ha suscitato le critiche di molti che vedevano questa azione come un affronto, una vera e propria ferita inferta a ciò che veniva coperto. Viviamo in un mondo in cui siamo costantemente bombardati da immagini anche molto forti e violente. E1d8c71da44252fd63dae7896f75c0489.jpg soprattutto siamo schiavi della ripetitività e delle abitudini, per cui tendiamo a frequentare sempre gli stessi luoghi, a raggiungerli scegliendo sempre le stesse strade. Christo, grazie all’azione del coprire, restituisce valore a ciò che viene nascosto, costringendo l’uomo a soffermarsi su ciò che fino a ieri era evidente ma che si era perso dentro le maglie della consuetudine. Christo vuole suscitare il dubbio e sottolineare che la nostra esistenza non è mai certa e scontata.
E se Christo impacchetta la città, nel lavoro di Alice si cela la Natura. Le forme che caratterizzano le sue ceramiche ricordano le onde del mare, i petali di un fiore, gli organismi che trovano casa sugli scogli. Tuttavia il riferimento alla Natura non è mai diretto ma diventa fonte d’ispirazione e le sue forme pulite, sono rese astratte dalla sua pepper-n-30-1930-westoninterpretazione. Campione di questo atteggiamento è il fotografo Edward Weston che, nelle sue fotografie, trasforma elementi naturali, in particolare ortaggi, in un groviglio di linee e forme astratte. Il peperone da lui fotografato dismette i panni originali e sembra quasi una scultura di Henry Moore o una delle figure intricate, ad un passo dallo sciogliersi, di Francis Bacon. Grazie ad un sapiente gioco di luce, Weston riesce a valorizzare i dettagli più trascurati della Natura.

weston E lo stesso accade dentro il lavoro di Alice che si ispira a quegli elementi per lo più trascurati, che si configurano come essenziali per determinare il carattere dell’opera.
Dunque alla base delle ceramiche di Alice c’è il
mondo naturale, da cui però l’artista attinge in maniera pacata e quasi indiretta Altro è il caso dell’artista giapponese Hitomi Hosono che attinge dalla Natura facendone una citazione minuziosa e raffinatissima della stessa. Le sue ceramiche sono una celebrazione, un tripudio della Natura. I suoi lavori sono rivestiti da un manto candido di foglie e fiori, realizzati con grande perizia fin nei minimi dettagli. Opere che nascono da un profondo studio della botanica, seguito da minuziosi e complessi disegni preparatori.

BeFunky Collage.jpg
Non mi resta dunque che invitarvi alla mostra in LuoghiComuni dove le ceramiche di Alice si disveleranno ai vostri occhi in tutta la loro poetica e vi suggeriranno esse stesse la loro fonte di ispirazione.

Ludovica Matarozzo