QUARTA EDIZIONE DELL’OPEN CALL OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO 2018: proposta per un manifesto di sei metri per tre nella rotonda di Piazza Bottesini nel cuore di Barriera di Milano.
Nato da un’idea di Alessandro Bulgini, il progetto artistico curato da Christian Caliandro e sostenuto da Flashback nella prospettiva suggerita dal claim All Art Is Contemporary, si sviluppa attorno a un’idea precisa della relazione tra arte contemporanea e spazio pubblico, e della funzione di un’opera all’interno di un contesto e di una comunità urbana. Nella convinzione che l’arte debba uscire dagli spazi istituzionali, scendere per strada, inoltrarsi nella realtà, muoversi costantemente in essa, integrarsi felicemente nella dimensione dell’esistenza quotidiana e che le nostre città siano prima di tutto esistenze, relazioni umane – non infrastrutture materiali.
L’argomento della IV ed. di Opera Viva Barriera di Milano prende spunto del libro di Chad Oliver, scrittore e antropologo, Le rive di un altro mare.
Le rive di un altro mare è la storia di un primo contatto: con mano sicura e passo graduale, l’autore costruisce una situazione in cui i rapporti tra diverse entità sono in continua ridefinizione, secondo i diversi valori di queste comunità.
PROPOSTA PROGETTUALE:
TUTTI PARENTI TUTTI DIFFERENTI / EVERYONE RELATED EVERYONE DIFFERENT
Incontrandosi e scontrandosi gli esseri umani si sono sempre scambiati idee, tecniche e geni, intrecciando sempre di più il loro essere biologico con quello culturale.
Marco Aime, 2011
La nostra specie è, da sempre, esploratrice. E così molte delle specie umane apparse sulla Terra prima di noi. Abbiamo sempre avuto l’istinto profondo di scoprire cosa c’è al di là della collina: siamo usciti dall’Africa, abbiamo popolato tutti i continenti della Terra fino alla più minuscola isola del Pacifico e poi, non contenti, abbiamo alzato lo sguardo e, millenni dopo, siamo arrivati sulla Luna.
Non si può comprendere la storia dell’umanità senza seguire i suoi spostamenti e le sfide, le difficoltà e le fortune che il raggiungimento di ogni nuova frontiera porta con sé.
La diversità umana è figlia di molteplici storie contingenti che sono ancora in corso. Il termine “razza” semplicemente non si può applicare alla nostra specie: alla forte unità biologica la specie umana unisce una straordinaria diversità culturale al suo interno. Dopo l’età delle diaspore, quando eravamo in pochi e ci siamo diffusi sull’intero pianeta a mano a mano che aumentavamo di numero, viviamo oggi un’età ambivalente di ibridazioni, meticciati biologici e culturali da una parte, di risorgenti conflitti e uniformazioni dall’altra.
L’evoluzione non prevede il futuro, che dipenderà da noi; le civiltà però assomigliano a organismi in trasformazione, ricchi di differenze interne e interdipendenti sia nel tempo che nello spazio: le radici sono tutte intrecciate tra di loro, a tutti i livelli, dalle emozioni primarie alle lingue, dai tratti fisici alle culture.
La MAPPA, proiezione di un altrove, strumento di un vivere nomade, porta sulla sua pelle l’elenco dei cosiddetti isolati linguistici, cioè le tracce dei mondi linguistici perduti; al planisfero si sovrappone il modello out of Africa che attesta come l’Homo sapiens – ovvero noi – proveniamo dal continente africano; è dall’Africa che gli esseri umani si sono distribuiti nei continenti e da qui deriva la forte unità pur nella diversità: L’EVOLUZIONE UMANA NON È UN CANDELABRO!