Le pensiline sono diventate oggetti industrializzati che si somigliano ovunque tu ti trovi ma che soprattutto appaiono prive di anima perché unicamente espressione di un sistema produttivo.
Tuttavia si tratta di aree di grande fruizione da parte degli abitanti dei centri urbani e quindi urge ripristinare la tensione fra creatività e assetto urbanistico, sperimentandone nuove materializzazioni. Un forte effetto grafico enfatizzato dal colore conferisce a LA NANDA una dimensione esperienziale.
Il progetto, pur proponendo un oggetto ripetibile, offre un abaco di elementi singoli che, approfittando del clima favorevole della città, possono assolvere a svariate funzioni: dall’informazione alle sedute, dall’illuminazione al decor.
La struttura principale è costituita da un tubo in acciaio verniciato attraverso l’applicazione di polveri epossidiche. L’uso del metallo deriva dalla possibilità di riciclo del materiale. Anche la finitura è durevole: l’acciaio è verniciato a polvere: sabbiatura, primer allo zinco e vernice a forno.
Completano il repertorio due tipologie di sedute – una sorta di “salotto” nel paesaggio – pannelli che forniscono informazioni in tempo reale sulle zone di traffico, cestini gettacarte e fioriere.
Appassionata alle logiche della duttilità, della flessibilità, che considero più vicine alle logiche della vita, ho pensato ad un dispositivo artistico dinamico, che può essere organizzato secondo modalità diverse. Inoltre pannelli a energia solare e luci LED a basso consumo garantiscono l’autonomia energetica dello stesso. L’idea è di non realizzare un progetto veramente finito, bensì progetti che si sviluppano nel tempo, che hanno alla base il concetto di dinamicità.
Mi è sempre piaciuta molto l’idea dell’evoluzione, della capacità di cambiare delle forme. Così, cerco di farla interagire con ogni mio lavoro. Non si può lavorare pensando che non c’è evoluzione. Penso che abbiamo bisogno di cambiare velocemente logica e lo spazio può essere un vettore molto potente in questo senso.
La struttura principale è dipinta di un azzurro intenso che richiama il colore del mare e riporta allo skyline del borgo marinaro cittadino. Il colore, profondamente legato alla vita, è per me un fondamentale strumento di lettura degli oggetti. Il colore è uno straordinario antidoto alla paura. La pavimentazione della pensilina, prevista in calcestruzzo ecologico drenante, in linea con gli standard internazionali della Bioarchitettura, creerà con l’uso del colore una sorta di oasi dentro il paesaggio, attraverso un gioco di ombre riportate. Il progetto dimostra una notevole sofisticazione, collocandosi a cavallo tra l’arredo urbano, la grafica e l’architettura, soprattutto perché modifica la percezione del trasporto pubblico con pochi gesti essenziali, garantendo che ogni punto lungo la linea sia unico e speciale.
Piuttosto che essere icone dell’industrializzazione della città, facciamo in modo che LA NANDA ne diventi un segno identitario.