L’autunno ha già invaso LuoghiComuni!
Questo vento ha due facce diverse, due nomi: Giulio Maulini e Paolo Pettigiani, due giovani artisti che con le loro opere animeranno LuoghiComuni nei prossimi giorni. Parliamo un po’ di Giulio. Nonostante la giovane età, 23 anni, la galleria Bottega Golini di Imola gli ha già dedicato una mostra personale nel 2015 e ad oggi questo promettente giovane è stato impegnato in svariate esperienze artistiche.
La sua opera ha degli aspetti in comune con il vento che l’ha fatto arrivare fino a noi. Il suo gesto pittorico è libero, fluido, non è legato ad una logica meccanica e ripetitiva ma mosso dall’istinto. Giulio stesso afferma: “Grazie a Dio mi guida l’istinto durante la creazione e così nasce la mia Arte”.

L’istinto regna sovrano lungo tutto il processo artistico: la creazione si configura come una danza libera e quando il ballo finisce, la tela riporta delle forme che non sono solo frutto del caso, ma dell’inconscio dell’artista e testimoniano il libero processo artistico e creativo di Maulini.
L’opera che Giulio esporrà in questa occasione ha altre somiglianze con il vento. Il suo lavoro principale, “Energia in mutamento, dalla terra al cielo”, in qualche modo, racchiude lo stesso agente atmosferico.

E un motivo c’è! Il vento segue un percorso, con un inizio e una fine, e durante il suo viaggio dialoga con la realtà intorno a sé, fa cadere le foglie dagli alberi e le trasporta lontano, smuove gli elementi naturali -e non- che incontra sulla sua strada.
E anche l’opera di Maulini si propone come un percorso.
Si parte da una grande monotipia su pelle a olio che si configura come una massa energetica nella quale si scontrano un senso di angoscia e uno spirito di libertà. Questo conflitto viene sciolto grazie all’intervento del vento-artista che libera questa energia e la trasforma in disegni, schizzi che racchiudono pensieri leggeri.

Si potrebbe affermare che il percorso del vento e l’esperienza di Giulio si sovrappongano. Il vento è anche forza positiva, che spazza via le paure e le angosce e porta da una situazione di buio ad una di luce, energia e autonomia. Così nella sua opera si passa da un momento di sofferenza e pesantezza, anche rappresentato dalla pelle animale usata, ad uno stato di liberazione e di leggerezza, che si rispecchia nell’uso della carta.
Inoltre, questo senso di liberazione e di redenzione si legge anche nel cambiamento di materiale che l’artista effettua durante il suo percorso. Va sottolineato che l’intento di Maulini è quello di dare una nuova vita, artistica e spirituale, alla pelle di un animale che ha vissuto in cattività e sotto condizioni e i ritmi umani, inadeguati a lui. L’animale, che in vita è stato costretto a subire una vita da prigioniero, ha, finalmente,una possibilità di rivalsa, trasformandosi in un’opera d’arte libera e acquisendo sempre di più le caratteristiche della carta, ovvero senso di libertà e fragilità primordiale. Infine, nell’ultimo passaggio, l’animale si “con-fonde” con la carta, fino ad astrarsi nei Pensieri legati all’opera principale.

Solo un elemento rimane immutato nel lavoro di Giulio: la sua cifra stilistica. Qualunque tecnica egli adoperi e qualunque sia la superficie su cui agisce, il suo tratto rimane sempre deciso e forte e le forme che compone rimandano a un universo primitivo e misterioso. Segni che riportano ad antichi riti tribali, che forse è impossibile comprendere appieno e di cui si può solo cogliere il significato arcaico sotteso.

Inevitabile dunque lasciarsi trasportare dal vento di Giulio Maulini e rimanere incantati dal cosmo sfaccettato che l’artista ci propone!
Ludovica Matarozzo