N4STUDIO e lo studio Ferrari hanno partecipato al concorso internazionale di idee “Casa Mediterráneo”.
Obiettivo del concorso era il recupero architettonico dell’edificio che fino al 1984 fu la sede della stazione di Benalúa ad Alicante, in Spagna. L’edificio diventerà la sede della Casa del Mediterráneo.
Vedi la prima tavola
Vedi la seconda tavola
Il filo conduttore del progetto è la memoria:
– memoria di un passato remoto (la stazione)
– memoria di un passato prossimo (i graffiti, le tracce lasciate da chi ha frequentato la fatiscenza del non luogo)
L’esterno/interno riprende la traccia lasciata dai binari e la rinnova attraverso la pavimentazione in marmo, materiale autoctono estratto sul territorio.
In alcuni tratti il binario resta, solca la superficie, la penetra e riemerge trasformandosi in seduta.
IL TEMPO
Il tempo, rappresentato originariamente dall’orologio – ora scomparso – che all’interno della stazione regolava gli accadimenti (l’arrivo o la partenza dei treni), verrà evocato attraverso le colonne/clessidra che connotano e scandiscono gli spazi della hall.
“Il vuoto” lasciato dall’orologio sottratto verrà colmato dalla realizzazione di un’opera che suggeriamo di affidare all’artista messicana emergente Julieta Aranda (*), che mette al centro del proprio lavoro la percezione del tempo.
(*) Julieta Aranda ha inaugurato la rassegna Intervals al Guggenheim Museum di New York lo scorso aprile 2009.
LA TEXTURE
L’intento è quello di privilegiare il valore della leggerezza attraverso una pelle trasparente che svela e manifesta la forza viva dell’auditorium che si modifica in virtù di ciò che accade nel corso della giornata.
Si tratta di un diaframma organico che rimanda all’acqua ma anche alle tracce lasciate dai graffitari nella stazione di Benalúa: dapprima tridimensionale (la cancellata in alluminio pressofuso, in corrispondenza del foyer) ritorna bidimensionale sulla superficie vetrata, come trama decorativa realizzata attraverso un’acidatura metallica (una miscela di silicati e sostanze vetrose usata nell’industria ceramica perché, aggiunta all’argilla, ne riduce il punto di fusione e la fa cuocere a basse temperature).
LA SOSTENIBILITÀ
L’idea di sostenibilità è espressa dal tetto verde dell’auditorium e dalla copertura della pensilina preesistente rivestita con pannelli fotovoltaici in parte semitrasparenti, in parte trasparenti, per favorire l’ombreggiamento dell’edificio.
LA PENSILINA ESTERNA
La pensilina riprende l’andamento della texture e, quasi come un parasole, segna l’ingresso alla Casa del Mediterraneo, denunciando l’intervento contemporaneo sulla facciata salvaguardata nella sua concezione architettonica originale.
IL VERDE
Il Parco del Mediterraneo penetra nell’edificio attraverso gli squarci che crea nella pavimentazione in marmo, quasi come segnale di autodeterminazione del tessuto vegetale, che si espande sulla facciata dell’edificio che ospita l’auditorium, fino a diventare tetto verde dell’auditorium stesso.
LA FLESSIBILITÀ
La flessibilità dell’auditorium è garantita dalla presenza di gradoni metallici che si abbassano e si rialzano grazie ad un sistema di pistoni pneumatici.
Quando tutto l’auditorium è platea, ecco che è possibile la partizione dello spazio in più sale per piccole conferenze grazie all’introduzione di un sistema di pannelli leggeri fonoassorbenti.
Il recupero superficiale delle capriate avviene attraverso la pulitura delle stesse ed una patina protettiva che ne garantirà la permanenza nel tempo.