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Volti dolenti ed emaciati, espressioni sofferte sotto le bustin militari, corpi denutriti, sguardi sperduti e stanchi. Sono i ritratti che lo scomparso critico d’arte Luigi Carluccio realizzò negli anni di prigionia militare nei campi tedeschi, dove era stato internato dopo l’8 settembre 1943 per aver rifiutato di giurare fedeltà alla Repubblica di Salò.

Il giovane tenente di artiglieria alpina non pubblicò mai questi schizzi di umanità sconfitta ma non vinta: lo fece la moglie dopo la sua morte, nel 1982, raccogliendoli in un volume ormai fuori commercio. Per la prima volta i lavori dell’illustre deportato verranno esposti nella loro completezza in una mostra allestita dal 25 gennaio al 5 maggio al Museo torinese della Resistenza, in corso Valdocco 4/A.

Progetto grafico e di allestimento è  curato da N4STUDIO.

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  • Anno 2014
  • Sede Museo Diffuso della Resistenza, Torino